La famigerata cerimonia di premiazione ha un posto per tutti?
Nessuno può negare le grandi storie come ad esempio:
Michelle Yeoh è diventata la prima attrice asiatica a vincere il premio come miglior attrice all’età di 60 anni, confermando “Signore, non lasciate mai che qualcuno vi dica che avete superato il vostro momento migliore” – Amen!
Ke Huy Quan ha vinto il premio come miglior attore non protagonista, che è stato assegnato per la prima volta a un attore asiatico nel 1984 da Haing S. Ngor.
La prima cerimonia degli Oscar si è svolta nel 1929, quindi la comunità asiatica ha aspettato la vittoria come miglior attrice per 94 anni.
Ma perché ci è voluto così tanto? Si tratta di un discorso più ampio, che riguarda i valori della società, le opportunità e il razzismo sistemico.
Prendiamo ad esempio Anna May Wong. Un’attrice asiatica dell’inizio del XX secolo il cui grande talento è stato costantemente frenato da offerte di ruoli stereotipati e sottopagati rispetto ai suoi contemporanei bianchi. La vittoria della Yeoh e il relativo riconoscimento sono arrivati da molto tempo, sia per l’industria che per la conversazione sull’inclusione.
Nella notte degli Oscar “l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha dimostrato il suo crescente impegno ad abbracciare l’inclusione e l’accessibilità per tutti”, secondo la rivista Variety. Per la seconda volta, è stato disponibile un livestream ASL gratuito sul canale YouTube dell’Academy. Sul red carpet, un team di interpreti ASL ha aiutato i partecipanti a interagire più efficacemente con i fan e gli spettatori a casa, mentre i membri dei media hanno ricevuto linee guida su come rendere più accessibile la loro copertura pre-show.
Nel frattempo, l’accessibilità del palco ha incluso non solo una rampa di accesso, ma anche un ascensore per sedie a rotelle per la prima volta”.
Gli Oscar 2022 hanno visto un’altra novità: Troy Kotsur, un attore sordo, ha vinto per la prima volta il premio come miglior attore non protagonista.
Tutte queste novità sembrano necessarie, ma in realtà avrebbero dovuto essere previste già da molti anni. Eventi come gli Oscar, con una presenza così vasta e globale, devono essere all’avanguardia per quanto riguarda la progressione e l’inclusione. Se lo fanno, possono fungere da esempio, e si spera che altri lo seguano. Quindi sì, le cose si stanno (lentamente) muovendo nella giusta direzione… e possiamo solo sperare che gli Oscar 2024 facciano altrettanto e di più.
Matthew Paluch, Executive Assistant Legal &
Gay Lawyers, è la divisione LGBTQ+ di Giambrone & Partners, Studio Legale Internazionale con sedi in Italia, UK, Francia, Spagna, Portogallo e Tunisia.
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