La coppia gay in riva al Po insultata e minacciata di morte

Fra pochi giorni, il 17 Maggio, si celebrerà la giornata mondiale contro l’omobitransfobia ma in Italia non esiste ancora una legge che aggiunga un’aggravante a gesti e parole con i quali, troppo spesso, le persone LGBTQIA+ vengono offese, discriminate e nel peggiore dei casi rese oggetto di violenza fisica.

A dimostrazione di ciò arriva quantomai puntualela vicenda di alcune settimane fa, che vede protagonista una coppia gay che passeggiava mano nella mano sulla riva del Po, a Casalmaggiore (CR), offesa con insulti e appellativi omobitransfobici da un gruppo di minorenni. Offese che sono diventate, poi, minacce di morte. “Se non ve ne andate, vi ammazziamo” hanno più volte ripetuto i ragazzini alla coppia di ragazzi trentenni.

L’agitazione che saliva ha provocato ad uno dei due ragazzi trentenni un mancamento e quando il compagno lo ha assistito e aiutato ad allontanarsi, uno dei minori si è staccato dal gruppo e ha iniziato a seguire la coppia, minacciando una vera e propria aggressione fisica. A quel punto i due ragazzi hanno chiamato i Carabinieri, che hanno solo potuto raccogliere la denuncia, mettendo in fuga il gruppo di minorenni omotransfobici.

L’episodio ha scosso la comunità queer locale e il Comitato del Cremona Pride ha organizzato un flash mob per il 17 Maggio alle 18.30 ai giardini di Piazza Roma a Cremona. “Saremo lì anche per i nostri compagni di Casalmaggiore; per dire loro che non sono da soli. Saremo lì perché chiunque di noi poteva essere al loro posto, e perché chiunque dei nostri figli – se non educato al rispetto dell’altro – poteva essere al posto degli aggressori.” Scrive su Facebook la presidenza del Cremona Pride: “È il silenzio delle Istituzioni che vogliamo lasciare in eredità a chi abiterà il nostro territorio in futuro? Le strade non sono di chi odia e aggredisce. Le strade sono di tuttə e sono anche nostre. Vogliamo un territorio libero dall’odio omobitransfobico. Vogliamo le Istituzioni presenti, ricettive, pronte ad agire. Vogliamo una comunità che si indigna quando qualcunə subisce una tale ingiustizia, che empatizza ed è presente col proprio sostegno. Una comunità che non lasci più che le persone LGBTQIA+ fuggano da contesti che percepiscono come ostili.”

Si sa bene, purtroppo, che in Italia una coppia LGBTQIA+ ancora oggi non può manifestare pubblicamente il proprio amore con un bacio, una passeggiata mano nella mano, un’effusione d’affetto in pubblico, senza rischiare una possibile reazione. Il dato più sconvolgente dell’episodio di Casalmaggiore, poi, è che gli aggressori fossero minorenni. E fa riflettere (e anche un po’ infuriare) che una delle ragioni che fece maggiormente infuriare gli oppositori del Ddl Zan fu proprio la proposta di inserire percorsi didattici nelle scuole per combattere i pregiudizi di questo tipo. Pare, allora, che gli antagonisti della comunità LGBTQIA+ italiana vogliano educare i propri figli al pregiudizio e all’odio omobitransfobico. Questo è quanto emerge da episodi come quello appena raccontato, che si aggiunge ad altri perfettamente simili e sovrapponibili, ma talvolta taciuti e tenuti nascosti per vergogna o paura. 

Se anche Tu sei o sei statə vittima di odio e discriminazioni, non esitare a contattare i nostri Avvocati. Un team qualificato sarà pronto a fornirti l’assistenza di cui hai bisogno. Scrivici a info@gaylawyers.com  

Nessuno può fermare l’amore.

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